Consigli dei Veterinari


L’abbandono dei cani

A ogni estate si parla puntualmente di abbandono dei cani.

Nel 2014 i dati riguardanti il fenomeno sono questi.

100.000 cani abbandonati all’anno (di cui 60.000 nei tre mesi estivi; fonte: animalinelmondo.com).

800.000 cani randagi o ricoverati in canili (fonte:Ministero della salute).

Per arginare il fenomeno da anni è stato introdotto un reato penale; in Italia l’abbandono degli animali domestici è vietato i sensi dell’art. 727 del codice penale, primo comma: “Chiunque abbandona animali domestici o che abbiano acquisito abitudini della cattività è punito con l’arresto fino ad un anno o con l’ammenda da 1.000 a 10.000 euro”. Ovviamente se manca la prova diretta dell’abbandono è molto difficile perseguire il colpevole; si pensò allora di introdurre il chip, ma anche l’introduzione del chip di riconoscimento ha solo parzialmente migliorato le cose visto che, anche nelle località dove è più usato, solo il 50% dei cani è provvisto di microchip.

I motivi dell’abbandono

Quali sono i motivi dell’abbandono di un cane? Se ne potrebbe parlare per ore, ma uno li riassume tutti:mancanza di civiltà. Nei Paesi più progrediti il fenomeno è decisamente minimo, mentre nei Paesi meno economicamente fortunati il problema non si pone perché pochi detengono un animale domestico. Nei Paesi di una fascia intermedia (e l’Italia purtroppo è ormai il trentesimo Paese al mondo come ricchezza) si vorrebbero avere i benefit dei Paesi più avanzati (fra l’altro, il possesso di un cane è un benefit solo se lo si ama!) senza avere la cultura necessaria per gestirlo. Insomma, se vogliamo, anziché di mancanza di civiltà, possiamo parlare di “arretratezza culturale” fino ad arrivare a “innegabile stupidità”.

Perché, se si tengono, i cani si devono amare

L’amore per i cani va oltre il semplice amore per gli animali; una delle obiezioni più comuni che mi fanno quando si scopre che vado a caccia è “ma che differenza c’è fra un cane, che ami moltissimo, e un fagiano”? Sono certo che molti amici del sito non vegetariani che amano i cani sarebbero comunque spiazzati dalla domanda “ma perché mangi una bistecca e poi dici di amare tantissimo i cani”?

Senza nulla togliere a chi ama ogni forma animale, l’amore per i cani non può confondersi con un generico amore per qualunque forma di vita. Esiste una differenza che per la mia filosofia di vita (Well-being) è fondamentale: l’amore.

Esistono specie animali (pochissime) che sanno amare e altre no.

Non è necessario spendere parole sul fatto che i cani sanno amare (e quindi sono più “umani” di altri animali: notiamo il fatto che un uomo che vive nella malvagità e non sa amare viene spesso definito “una bestia”); è però necessario precisare quel pochissime che sfugge ai più (la famosa frase “più conosco gli uomini più amo gli animali” è infatti troppo generica).

Molti confondono il legame etologico fra animale e padrone con l’amore; in particolare quando il legame è limitato alla protezione (quando l’animale è cucciolo) o alla domanda di cibo non si può parlare di amore. Parlare di affetto di una tartaruga cercando di convincere l’interlocutore che capisce le nostre parole (le tartarughe sono sorde!) oppure di un animale selvatico allevato in cattività che ci riconosce quando gli diamo il cibo, è veramente ottimistico: l’amore si dimostra con le azioni disinteressate dell’animale (quindi non orientate alla protezione e al cibo). E sono pochissime le specie capaci di tali azioni. I cani sono la specie per eccellenza di animali “amorevoli” (capaci di amare).

Molti sono gli appelli con tanto di video sull’abbandono dei cani; sono certo che i più insensibili magari li gustano anche, ma poi concludono che “in fondo un cane è un cane”. In realtà non è così perché spero di aver appena mostrato che, se l’amore è il parametro discriminante, un cane può essere meglio di un uomo.

Cosa insegnano – Vivere con un cane (che è molto diverso dall’avere un cane!) può quindi insegnare molto; osservando le persone che prima detestavano i cani e oggi non potrebbero farne a meno, tra l’altro, si impara:

·        a dare la giusta priorità alle cose (per esempio distoglie da un’eccessiva maniacalità per la pulizia/ordine della casa oppure da problemi di lavoro ingigantiti dalla nostra momentanea povertà spirituale);

·        ad amare le cose semplici e genuine (un cane si diverte con il lancio di una palla, perché noi no? Rileggete la novella di Pirandello La carriola);

·        ad avere una vita più attiva (non ci consente di impigrirci troppo!);

·        a non vedere problemi dove non ci sono (scodinzola per un nonnulla di felicità mentre noi ci intristiamo spesso per la mancanza del superfluo);

·        a dare una giusta dimensione alla solitudine (non è necessario avere centinaia di amici, una famiglia tradizionale ecc.);

·        ad avere sentimenti più semplici e spontanei (un cane non nasconde ciò che prova);

·        ad avere ideali (perché lui crede fino in fondo e per tutta la vita in ciò che pensa sia giusto).

Fonte : http://www.albanesi.it/vms/abbandono.htm

 

Menù

   Home
  
   Contatti
   Privacy e Cookie policy